14.8.12

Long live the Spice Girls.


In questa tediosa settimana di ferragosto, tra vampate di caldo soffocante e acquazzoni improvvisi accompagnati da ipocondria costante, un evento ha riscosso il mio cervello intorpidito ed è riuscito ad emozionarmi quasi fino alla commozione, tanto da spingermi a rimettere mano a questo blog: sto parlando dell'esibizione delle Spice Girls alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra di ieri.



Non so se rendo l'idea: le Spice Girls. Tutte e cinque. Insieme, per un'esibizione che entrerà nella storia, in quanto parte di uno spettacolo che ha visto sul palco la creme de la creme del brit pop dai Beatles a oggi. Perché diciamocelo, le Spice Girls sono state il più grande gruppo femminile di tutti i tempi e hanno segnato un'era: nessuno ha avuto un successo travolgente come loro, nessuno è stato onnipresente come loro, e nessuno ha più avuto lo stesso carattere, la stessa verve pacchiana che avevano loro.




Si vociferava di questa esibizione da mesi, si fa, non si fa, ci hanno tenuto tutti sulle spine fino a qualche giorno fa, quando sono comparse le foto delle prove. E lì ho iniziato davvero ad andare in fibrillazione.


Io ogni tanto ci ripenso e mi commuovo. Cioè, voi non potete immaginare quanto io abbia aspettato questa esibizione. Anni. Perché a 12 anni non è che le adoravo. Peggio. E quando Geri ha lasciato il gruppo non è che mi è preso un colpo apoplettico. Peggio. E ieri sera, rivederle tutte e cinque insieme, frizzanti ed esuberanti come una volta, mi ha di colpo ritrasportato a quei tempi, a quella che forse è l'unica volta in cui ho adorato un gruppo musicale in modo maniacale.


Anche perché diciamocelo, quelle di ieri sono state esattamente le Spice Girls che tutti noi abbiamo amato a suo tempo: certo, Geri è un po' meno mignottone, Mel B ha una decina di chili e tre taglie di reggiseno in più, Victoria è ancora più inutile, ma a parte questo, vi sembra che l'esibizione di domenica abbia qualcosa da invidiare a quella, altrettanto storica, dei Brit Awards del 1997?

15.4.12

Problemi di peso e le disparità della natura

Oggi voglio parlare di peso e di forma fisica.

Escludendo le patologie, si possono individuare quattro categorie di persone:

La prima categoria (che comprende vip, star e quant'altro) è quella delle persone che si fanno il mazzo in palestra dalla mattina alla sera, si cibano di carote e gambi di sedano e spendono capitali inimmaginabili in prodotti di bellezza. Queste persone da una parte mi fanno un po' pena, voglio dire, una vita di privazioni e di sacrifici è dura da sopportare anche se sei San Francesco, ma dall'altra hanno tutto il mio rispetto per la loro forza di volontà (cosa che io non avrò mai). Chapeau.

La seconda categoria è quella degli obesi per vocazione, quelli che se ne fregano del peso e dell'apparenza, anzi fanno della loro obesità un valore, un marchio di fabbrica. Sono quelli che si abbandonano ai piaceri della vita e vivono felici e in pace con se stessi e con il mondo. Anche a loro va tutta la mia ammirazione.

Poi c'è la terza categoria, a cui invece si rivolge tutto il mio odio e tutta la mia invidia: si tratta di quelli che mangiano come delle cloache, fanno la stessa attività fisica di un'ameba, e continuano ad essere magre come chiodi.

Queste persone sono la dimostrazione della malignità di Dio. Per quale motivo infatti un Padre che ci ama tutti allo stesso modo deve fare questo tipo di disparità? Per quale crudele ragione dotare solo una minoranza dei propri figli di un metabolismo super-accelerato? Perché, Dio, perché? Se ci sei e hai il coraggio rispondi!

Perché io, se non si era capito, faccio parte della quarta categoria, quella forse più comune ma anche quella più disagiata, ossia quella della gente normale, né grassa né magra, ma che passa la propria esistenza in una cruda guerra di logoramento contro i chili di troppo e i grassi in eccesso. Questa categoria è quella più variegata: c'è chi inizia una dieta a settimana (il classico "da lunedì, dieta!"), chi è in dieta perenne senza ottenere risultati, chi invece non riesce a mantenere lo stesso peso per un mese di fila, o chi semplicemente come me conduce una vita normale, mangia a pranzo e a cena, lavora, fa esercizio più o meno regolare e poi si guarda allo specchio la mattina mentre si lava i denti e quello che vede sono maniglie dell'amore, pancetta mosciume sotto le braccia. La cosa che accomuna queste persone è che qualsiasi cosa esse facciano, il loro fisico non reagisce ai loro sforzi, o lo fa in maniera del tutto opposta alle intenzioni.

Io mi chiedo, perché a questo mondo deve esistere chi non ha questo tipo di problemi? Che cosa ho fatto io di male per meritarmi tutto ciò? Perché mai deve esserci chi, come me, al primo cioccolatino già sente la ciccia uscire dall'elastico delle mutande, oppure chi dopo una settimana senza allenarsi basta che faccia un passo per sentirsi ballare tutta zona addominale che nemmeno le danzatrici del ventre? Perché devono esistere persone privilegiate e altre svantaggiate?

Come si può notare, questa cosa mi riempie di amarezza. Io davvero ce la metto tutta per essere in forma, oddio forse non proprio tutta tutta, ma insomma, sono una persona normale! Ho comprato i pesi, faccio corsa ed addominali (allenamento aerobico e anaerobico) in maniera abbastanza regolare, cerco di limitarmi nel mangiare porcate, ma diamine, la carne è debole, ogni tanto uno sfizio bisogna pur concederselo! E poi ci sono quei giorni in cui sei talmente distrutto che non ce la fai ad alzare un braccio e l'unica cosa che desideri è buttarti sul letto e dormire per 12 ore, oppure in cui hai quell'estremo bisogno di qualcosa di dolce che ti scaldi il cuore e che ti faccia dimenticare le amarezze della giornata. Sono bisogni normali no? E allora perché queste debolezze dobbiamo pagarle così care?

Ecco, mi sono sfogato.
E poi tanto quando avrò i soldi mi faccio la liposuzione, tiè.

30.3.12

MDNA: le ossessioni di una diva attempata

Eccomi qui, di nuovo su questo blog dopo mesi di silenzio. Qualcuno mi ha chiesto il perché di questa assenza. Il motivo è semplice: non c'è stato niente che mi andasse di scrivere. Ma il momento è arrivato, amici miei, quello che sta succedendo in questi giorni è troppo importante e non posso esimermi dal commentarlo. Di cosa sto parlando? E' morto qualcuno? Rocco Siffredi ha dichiarato di essere gay? Hanno trovato il vaccino per l'AIDS? La profezia dei Maya si è rivelata esatta? Niente di tutto ciò, è qualcosa di mooolto più grande. Ciò a cui mi riferisco è che dopo anni di snervante attesa è uscito MDNA, il nuovo album di Madonna.


Sicuramente sapete meglio di me com'è stata lunga e difficile la gestazione di questo album, e a quale sfida andava incontro: quattro anni di assenza dalle scene e ti ritrovi con diecimila sgualdrine (vabbè, diciamo una...) che pretendono di rubarti il titolo di regina del pop, gelosamente conservato con le unghie e con i denti per intere decadi. Dico io, voi non vi incazzereste come un bue?
Quindi con questo nuovo album Madonna si è posta degli obiettivi ben chiari, che possiamo così sintetizzare:
1. Eliminare la vecchiaia dalla faccia della terra.
2. Riconquistare non solo i suoi fan più incalliti che l'avevano data per finita con Hard Candy, ma anche le nuove generazioni (che poi ci sono i fan imperterriti che sono una garanzia e potrebbe campare solo con quelli, ma vabbè).
3. Riprendersi il trono che le spetta di diritto come unica e imperitura Regina del Pop.
4. Far capire alle altre sgualdrine (una in particolare) chi comanda.

Già con la pubblicazione della cover (che se avete vissuto su un altro pianeta negli ultimi mesi e non l'avete mai vista, è quella a inizio post) è possibile intravedere i suddetti obiettivi: design "gggiovine" e accattivante, colori che attirano il gay come l'ape al miele, e una sigla, MDNA, che ha subito fatto sì che il mondo intero si chiedesse quali messaggi in codice contenesse.
Poi è uscito il primo singolo, Give Me All Your Luvin' e agli obiettivi iniziali se n'è aggiunto un altro, ossia:
5. Far in modo che il mondo dimenticasse che Give Me All Your Luvin' sia mai uscito.

Da qui è stato tutto un crescendo, una tortura dopo l'altra, con snippet una più deludente dell'altra, e con tutti i gay del pianeta che si ripetevano come un mantra "Sicuramente ascoltato per intero questo disco è una bomba", fino a che non è uscito il video del primo vero singolo dell'album, Girl Gone Wild, in cui Madonna scopre tutte le sue carte:



Che dire? Una Madonna giovane e porca come non si vedeva dai tempi di Erotica, e che sembra gridare a squarciagola "Rivoglio indietro tutti i miei froci!!". Un video che non potrebbe essere niente di più diverso da GMAYL (per fortuna) e che è un tripudio di citazioni bibliche, catene, tacchi a spillo, addominali e lacrime di sangue. E autocitazioni. Forse un po' troppe.

E così arriviamo all'album, quell'MDNA tanto agognato e finalmente disponibile dal 26 marzo (in realtà qualche giorno prima, ma noi siamo bravi ragazzi e non l'abbiamo scaricato, no?): si mette il cd e parte l'atto di dolore seguito dalla già nota GGW, una mezza delusione (soprattutto se uno pensa a Hung Up o Music) ma vabbè, è il singolo apripista discotecaro e ce sta.
E poi? E poi niente. Un'anonimità  infinita. Semplicemente è volato senza che me ne accorgessi, e poi non ho provato nessun desiderio di risentirlo.
Traccia dopo traccia l'impressione più forte è quella che questo disco sia un concentrato di Ray of Light e Confessions on a Dance Floor (non a caso i maggiori successi di Madonna dagli anni '90 in poi). Esatto, un concentrato, ma in peggio. Il punto è che sembra che Madonna fosse così concentrata sui suoi obiettivi, così concentrata ad apparire sempre la migliore (oltre che sempre giovane) che ha finito per riciclarsi e diventare la caricatura di se stessa, con buona pace di tutti quelli che parlano di "autocitazioni".
Dico io, che senso ha auto-copiarsi, quando lo fanno anche tutte le altre? Ok, Madonna è l'originale, ma così non finisce per diventare ella stessa una copia delle copie? In un contesto dove regna il "copiami che ti copio", non sarebbe stato più furbo fare qualcosa di veramente nuovo, veramente degno della regina del pop, piuttosto di un "copiatemi quanto volete, ma lo faccio meglio io"? E quello che mi stupisce più di tutto è che l'abilissima calcolatrice Madonna non abbia pensato ad una cosa del genere.

Ma facciamo un'analisi traccia per traccia:
1. Girl Gone Wild:  vedi sopra.
2. Gang Bang: osannata da tanti come la traccia migliore dell'album, acida e incazzata. La mia opinione? Due palle così. E mi ricorda una cifra la musica che mettevano a 1+1 a Xi'an, ma probabilmente a 1+1 ci sono andato solo io, quindi nessuno capisce di cosa parlo. E poi lo sbrocco finale, completamente gratuito.
3. I'm Addicted: inutile.
4. Turn Up the Radio: carina, ma facilmente dimenticabile.
6. Some Girls: la mia preferita, ma non significa che mi faccia impazzire.
7. Superstar: orecchiabile, se non fosse uguale dall'inizio alla fine, ma di una stupidità che rasenta la bimbominkiaggine. Me l'immagino Madonna che dice alla figlia: "Lola bella de mamma la facciamo una canzone insieme? I testi li scrivi tu, che dici?".
8. I Don't Give A: inutile. Ma se non altro, Madonna dopo American Life ha capito che i rap non li sa fare e li fa fare a qualcun altro.
9: I'm a Sinner: l'emblema dell'album: riesce ad mischiare Beautiful Stranger, Ray of Light e Shanti-Ashtangi (!!!) in un'unica canzone.
10. Love Spent: Molto carina, ma se Superstar è uguale dall'inizio alla fine, questa cambia melodia in modo radicale e inspiegabile. Della serie, "originalità a tutti i costi".
11. Masterpiece: ballatona senza arte né parte.
12. Falling Free: vedi sopra.
13. Best Friend: inutile.
14. Beautiful Killer: inutile.
15. Fucked Up: bella. Me piace. L'unica traccia che mi convince dall'inizio alla fine.
16. B-day Song: te prego. Te prego. Manco a 12 anni. E quell'"Happy Birthday!!!!" alla fine mi fa venire la pelle d'oca.

E qui arriviamo all'altro punto della recensione, dove un appello è d'uopo: Madonna mia (che non è un'esclamazione), c'hai 53 anni, non 30, non 40, 53. Non sei una girl. Rassegnati. Ci puoi mettere nel disco tutti i gridolini da bimbominkia che vuoi, ti puoi mettere tutti gli hot-pants scosciati che vuoi, ti puoi riempire di botox quanto ti pare, ci puoi sommergere di tweet,  ma a l'età si vede, si vedeva già 10 anni fa. E, francamente, sei patetica. Oltre che poco credibile.
Il punto è che Madonna deve rendersi conto che non può battere le sue nuove rivali sul loro stesso piano, quello della giovinezza, perché loro hanno il vantaggio di esserlo per davvero, giovani, e quello che Madonna riesce a ottenere è solo un risultato grottesco. Ma non sarebbe moolto meglio se facesse della sua maturità artistica e anagrafica il suo punto di forza? Un Ray of Light, oggi, sarebbe perfetto. O anche solo una cosa del genere:



Elegante, raffinato, di classe, intenso e comunque non "da vecchia", dato che è questo che la ossessiona.
Voglio dire, facendo due conti: se fai un album di merda, i fan accaniti lo comprano e ok, gli altri invece non li conquisti, anzi fai l'effetto contrario. Se invece fai un album più serio e "di nicchia" i fan accaniti lo comprano lo stesso, e magari scappa ci pure che qualcun altro lo incuriosisci, no? Quindi tra i due, quale conviene di più?

In definitiva, un album di cui non c'era assolutamente bisogno: magari è solo un tentativo di riconfermare il proprio ruolo prima di riuscirsene con il vero botto, ma per ora i fatti sono questi, e non sono per niente entusiasmanti.
Che poi io parlo tanto, ma comunque MDNA me lo sono comprato lo stesso (anzi me l'ha regalato Robb <3). Perché l'ho già detto qui, a Madonna non si resiste. E quindi alla fine bella così.
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