19.7.11

Harry Potter e i Doni della Morte parte 2


E' finito! Harry Potter è finito! Giusto in tempo, tra l'altro, perché ormai gli attori principali sono prossimi alla pensione, e interpretare dei ragazzini iniziava ad essere poco credibile. Ma tant'è, ce l'hanno fatta e la saga, nel bene o nel male, è giunta alla fine, e qui ci aggiungerei anche un finalmente perché diciamocelo, Harry Potter ci aveva anche un po' rotto i cosiddetti.
Prima di passare alla recensione, vorrei fare alcune precisazioni:
1. Ho adorato i libri
2. Ho detestato i film
3. Questo film mi è piaciuto molto più di quanto mi aspettassi.
Detto questo, posso iniziare a blastare Harry Potter 8 senza remore.

Attenzione!! La seguente recensione contiene SPOILER, perciò se volete vedere il film e siete tra le dieci persone al mondo che non hanno letto il libro, passate al post successivo.

Diciamo subito che, secondo il mio modestissimo parere, Harry Potter è stato, sin dall'inizio, un'occasione mancata per fare dei capolavori. Voglio dire, il materiale era tutto lì, personaggi e ambientazioni delineati perfettamente, bisognava solamente scegliere la giusta angolatura su cui orientare i film (perché è ovvio che non è che si può riportare il libro così com'è). Ecco, secondo me è sempre stata scelta l'angolatura sbagliata. Voglio dire, la bellezza di Harry Potter, più che nell'ambientazione e nella storia di per sé, sta tutta in queste tre cose:
1. I colpi di scena e i particolari della trama,
2. L'umanità dei personaggi,
3. Il messaggio dell'intera saga.
Nessuno dei film è riuscito a cogliere in pieno anche solo uno di questi punti.
La trama è scarna e ridotta all'osso, quelle che a mio parere nei libri erano notizie centrali o shockanti vengono semplicemente ignorate o accennate, mentre l'attenzione è rivolta tutta all'azione in sé per sé. I personaggi, beh, non ci si può aspettare chissà che, da ragazzini che sanno a mala pena stare davanti alla telecamera. Ma io penso che il problema stia soprattutto nella sceneggiatura: emozioni devastanti vengono liquidate in due parole, facendo sembrare tutto finto e costruito, personaggi complessi vengono ridotti a poco più che macchiette, nemmeno gli attori più bravi riescono a dare il meglio di sé (e parlo soprattutto di una certa Helena Bonham Carter...). Per quanto riguarda il messaggio, ne parlerò dopo.

E adesso arriviamo all'ottavo capitolo, anzi al settimo parte 2: a quanto pare il nostro Yates si è reso conto del fatto che gli era rimasta una sola possibilità, e che se avesse toppato una maledizione cruciatus lanciata da tutti i potteriani contemporaneamente non gliela levava nessuno (e se conoscete il mondo di Harry Potter non deve essere piacevole). E quindi si è messo sotto e ha fatto il compitino come si deve. Il risultato è un film discreto, emozionante al punto giusto, commovente a tratti, niente di più niente di meno. Che ripeto, mi è piaciuto molto  di quanto mi aspettassi, ma che si porta dietro tutti i difetti degli altri film.
Prima cosa: dov'è Yates? Che messaggio ha voluto dare con questo film? Dove si riconosce la sua mano, la sua visione globale della storia, considerato sopratutto che questo è il capitolo in cui si tirano le fila? Questo è uno dei difetti maggiori di tutta la saga (tranne, forse, il terzo capitolo): talmente l'ansia di fare una cosa fedele ai libri che i registi spariscono del tutto, non osano, e il risultato è un prodotto piatto e banale, un compitino fatto bene, appunto, come quando al liceo sai cosa la prof di italiano vuole sentirsi dire e lo scrivi pari pari sui temi. Che poi tutto questo va benissimo se vuoi fare soldi, un po' meno bene se vuoi creare un'opera artistica, un mezzo per raccontare non solo una storia già raccontata, ma per comunicare la tua visione di questa storia. Anche questo film, seppure il migliore tra gli ultimi quattro, non fa eccezione: scene epiche, effetti speciali e tutto quanto, come da manuale, ma poi?

Seconda cosa: la sceneggiatura. Mi sono sempre chiesto guardando Harry Potter: perché mai dover costringere i personaggi a fare e dire cose tanto innaturali? Battute del tutto fuori luogo, dialoghi che più costruiti e finti di così non si può, ma è una cosa tanto complicata costruire una sceneggiatura come quella del 99% dei film? Che poi sarebbe necessario un minimo sforzo. Ora come ora mi vengono in mente due esempi, ma potrei citarne a bizzeffe. Primo esempio: c'è questo punto del film che Harry Potter piomba a Hogsmeade, suona l'allarme anti-Harry, e i tre ci avrebbero rimesso le penne se non fossero stati salvati. Harry Potter si ritrova quindi in casa del suo salvatore, lo guarda di sfuggita e come se niente fosse gli fa "Lei è il fratello di Silente", e lui "si", ok, mistero risolto, andiamo avanti. Ma dico, Harry sapeva vagamente della sua esistenza, per tutto il film ha pensato che a guardare nello specchio fosse Silente, scopre che non era così, oltre tutto fino a due secondi prima ci stava rischiando le zampe, e si presenta al suo salvatore / fratello segreto del suo mentore come se si fossero incontrati ad un aperitivo?
Secondo esempio: il drago della Gringotts incenerisce un goblin, e Ron che fa? Una battutaccia (che ho rimosso). Esattamente ciò che farebbe una persona normale che vede un tizio morire incenerito da un drago.  Una scena comica decisamente fuori luogo.

Altro problema, la "drammaticità" nel senso teatrale del termine. Per fare una cosa epica non sono sufficienti gli effetti speciali, e la drammaticità è data soprattutto dalle inquadrature e dalle interpretazioni. Faccio alcuni esempi: sempre scena della Gringotts, i tre entrano nella cella sotterranea, dentro c'è un drago albino ENORME imprigionato lì da secoli, e la loro reazione è la stessa che se fosse stato uno yorkshire. Ma un'espressione di stupore, no? E un'inquadratura un po' più imponente di quel bestione? Va bene che siete maghi e a queste cose ci siete abituati, ma chi guarda il film no, insomma, un po' più di epicità (tra l'altro presente nel libro).
Altro esempio: la morte di Tiger (o Goyle, boh) e di Bellatrix. Praticamente, i due personaggi muoiono e nessuno se ne accorge, la trama voleva che morissero, ok li facciamo morire, ma facciamo in fretta che dobbiamo andare avanti. Voglio dire, Draco Malfoy, va bene che sei un serpeverde, ma ti casca un amico nelle fiamme, una faccetta triste la puoi pure fare. E Bellatrix, uno dei personaggi più crudeli di tutta la saga, finalmente viene eliminata, non ci stava bene un grido straziante? Io voglio godere della morte di un personaggio così. Invece no, si dissolve, ciak, prossima scena!

E ora parliamo finalmente del messaggio, il tema intorno al quale ruota l'intera saga: l'amore e il sacrificio. La storia di Harry Potter non è la storia di una battaglia tra un buono e un cattivo, ma è la storia di due personaggi, uno che non accetta di morire, e per sopravvivere è costretto a uccidere, l'altro che accetta la morte per il bene delle persone che ama, e proprio per questo è protetto dal sacrificio massimo, quello di una madre che muore salvando il proprio figlio. Questi due concetti sono perfettamente racchiusi negli Horcrux e nei Doni, i primi strumenti per garantire una sopravvivenza forzata e generati attraverso l'omicidio, i secondi oggetti donati dalla Morte in persona, il cui unico uso corretto è quello di impiegarli per accettare la morte stessa, non per sfuggirle. Chi usa gli Horcrux è un debole, la sua anima è mutilata. Chi comprende il giusto utilizzo dei Doni è potente, perché è capace di amare e di sacrificarsi per amore.
A questo proposito, c'è un motivo per cui deve essere Voldemort a colpire Harry alla fine, e per cui Harry sopravvive: Harry è protetto contro Voldemort, e solo contro di lui, dal sacrificio di sua madre. Voldemort ha colpito solo la sua parte di anima, non quella di Harry, perché Harry era protetto dalla forza più grande che esista, quella che nel Dipartimento Misteri si trovava dietro una porta sigillata: l'amore.
Tutto questo nel film è completamente assente, tutto si riduce nello scontro Harry-Voldemort, il cattivo muore e tutti vissero felici e contenti.
Ora io non sono un fissato che non ammette omissioni, ma questo, diavolo, è il senso profondo di tutta la serie! Senza di questo, la storia si trasforma in in un'avventuretta fantasy senza arte né parte. Ed è esattamente questa l'idea che ho della saga cinematografica di Harry Potter. Peccato solo che questo era l'ultimo capitolo e ormai è troppo tardi per farmi ricredere.

Quindi, ricapitolando:
- David Yates ha rovinato Harry Potter.
- Questo film, pur essendo un filino sopra agli altri, soprattutto agli ultimi, si porta dietro tutti i difetti della saga.
- Nonostante tutto, in generale mi è piaciuto, forse perché le mie aspettative erano bassissime.

Altri commenti sparsi:
- Ginny è proprio oscena, mio dio! A parte Hermione, tutti si sono più o meno imbruttiti, ma Ginny!
- Carina l'idea di inserire qua e là accenni ai film precedenti, come i pixies del secondo e le cioccorane del primo.
- La storia di Silente è quasi del tutto ignorata...
- La scena del pensatoio è veramente commovente, per fortuna, almeno quella.

Ed eccoci alla fine, della recensione, di Harry Potter, di tutto. E adesso a quale saga ci appassioneremo come dei bimbominkia dementi? Jo Rowling inventati qualcosa tu, che sennò ci tocca buttarci tutti su Twilight!

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